Bari:Arpal, Cassano si salva ancora per le lungaggini dei procedimenti amministrativi,rimane ancora DG

Che dire,è una film a puntate,l’Arpal, l’agenzia regionale per il lavoro, dopo la rimozione forzosa dell’uscente Massimo Cassano ad opera di una legge ad personam,rimane ancora direttore generale.

Ricapitolando per i lettori di Youfoggia.com,il direttore generale il 3 novembre avrebbe dovuto andare via,per essere sostituito da Silvia Pellegrini indicata come reggente pro tempore in attesa della nomina di un consiglio di amministrazione a tre componenti e di un nuovo direttore generale.

Questo non succede. La Pellegrini ha tentato di notificargli il sollevamento dell’incarico, ma non è riuscita. Perchè  Cassano ha presentato ricorso al Tar di Bari contro la Regione e il commissario. Si presume che tale quesito sia risolto in pochi giorni.Ma conoscendo i tempi,non si risolverà presto. Oramai è diventata una battaglia  burocratica,che di fatto sta paralizzando l’agenzia per il lavoro coi dipendenti in balia di loro stessi che non sanno a quale direttore rispondere. In particolare Cassano attende dalla Regione Puglia una lettera di licenziamento per chiudere il rapporto di lavoro (un contratto di diritto privato in scadenza nel 2023) ed avviare il risarcimento danni. Una strada che consentirebbe allo stesso Cassano di eccepire la questione di legittimità costituzionale sulla legge che ha previsto la sua decadenza.

La Regione, dal canto suo, sta provando a risolvere bonariamente la questione sostenendo che la legge anti-Cassano sia di fatto un provvedimento che una volta approvato in aula e promulgato sul bollettino ufficiale (il 3 novembre) sia immediatamente efficace senza ulteriori adempimenti. Una questione complessa, a più livelli, che rischia di avere strascichi in futuro a danno dell’attività di Arpal impegnata a combattere la disoccupazione.

Inoltre  la Regione Puglia, non ha liquidato i fondi per pagare i circa mille dipendenti di Arpal che rischiano di non percepire la mensilità di novembre. Tale somma è bloccata al ministero per il lavoro circa 12 milioni di euro necessari al funzionamento dell’agenzia. Il silenzio assordante da parte del governo regionale sinora rimasto stranamente in silenzio crea imbarazzo, ma si sa che i politici non hanno dignità.

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