Beni confiscati alla criminalità in Puglia ne sono 118 ,” utilizziamole per l’accoglienza agli Ucraini”

I comuni si dessero da fare invece di fare spot di accoglienza,si attivassero seriamente per dare un tetto agli Ucraini che stanno fuggendo dalla guerra. Devono gestire, impegnandosi,prendere in carico i beni sequestrati alle diverse organizzazioni criminali,gratis senza nessun costo di fitto.

In Puglia sono state confiscate alla criminalità organizzata,o meglio alle mafie dei diversi territori ben centodiciotto edifici e terreni. La maggior degli edifici e terreni sono scatole vuote.Il  prefetto Bruno Corda, a capo dell’Agenzia per la gestione dei beni confiscati,in un suo intervento a Bari al roadshow di O.K. Open Knowledge,dichiaro che i beni confiscati erano scatole vuote. Il Prefetto Corda  nel suo intervento  presso la Camera di Commercio  promuoveva la conoscenza del portale “aziendeconfiscate.camcom.gov.it” presso i soggetti territoriali, per creare nuove sinergie e sviluppare progetti checonsentano di restituire al mercato legale le imprese confiscateo di utilizzarle. Operazione non facile,anzi complicato. Il prefetto ha illustrando la situazione attuale che mostra un potenziale enorme ma molto difficile da mettere a reddito o utilizzare le strutture,Il presidente dell’ente camerale, Alessandro Ambrosi ha dichiarato: “Per fare restare in vita queste aziende serve velocità nelle decisioni”. E quindi una “assunzione di responsabilità del mondo istituzionale”.

Mentre il Procuratore della repubblica di Bari dott. Roberto Rossi, ha dichiarato “che le società proprietari dei beni con infiltrazioni mafiose non avevano problemi con le banche anzi gli venivano dati degli affidamenti molto elevati senza garanzia, mentre adesso che vengono destinati a societa o cooperative di brave persone,hanno problemi con le banche, che stranamente prima non avevano”.

Nella regione Puglia le aziende confiscate era operativa nel commercio (41),  alberghi e ristoranti (17), attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese (14), costruzioni (11), agricoltura (6), trasporti e magazzinaggio (5) e poche in in altri settori. La provincia con il maggior numero di beni passati all’Agenzia è Bari (34), poi Taranto e Brindisi (27), Lecce(18), Bat e Foggia (6).

Il Capo dipartimento per le libertà civili e per l’immigrazione, Francesca Ferrandino, ha adottato, d’intesa con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata, le linee guida previste dal protocollo d’intesa, sottoscritto lo scorso 25 marzo, per promuovere l’utilizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata per finalità di accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina, sia di quelli in gestione dell’Agenzia che di quelli destinati ai comuni.

Nel primo caso, le linee guida prevedono che il direttore dell’Agenzia, con proprio decreto, metta  a disposizione dei prefetti i beni immediatamente disponibili o in un tempo stimato di 15 giorni in seguito alle attività di verifica svolte dalle prefetture interessate e sulla base dell’elenco proposto dalla stessa Agenzia.

Nelle strutture assegnate le prefetture potranno realizzare dei centri di accoglienza straordinaria (CAS) con la sottoscrizione di accordi di collaborazione con le amministrazioni comunali o individuando un ente gestore per l’affidamento dei servizi di accoglienza.

Con riferimento ai beni confiscati già destinati ai comuni, l’Agenzia provvederà a trasmettere alle prefetture e all’ANCI l’elenco dei beni confiscati già destinati agli enti locali e potenzialmente fruibili per l’accoglienza dei profughi ucraini, individuati a seguito della ricognizione svolta in raccordo tra prefetture e enti locali titolari.

Tali beni potranno essere utilizzati dagli enti locali titolari:
– nell’ambito di accordi di collaborazione per l’attivazione di centri di accoglienza straordinaria;
– mediante sottoscrizione di accordi di partenariato con enti del Terzo settore;
– in caso di stabile destinazione del bene alle finalità di accoglienza e integrazione, oltre i termini dello stato di emergenza legato alla crisi Ucraina, anche partecipando    ai bandi del ministero dell’Interno per la selezione di progetti finanziati a valere sul Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per l’implementazione del       Sistema di accoglienza e integrazione (SAI).

L’Autorità di Gestione del PON/POC “Legalità e l’Autorità Responsabile FAMI potranno finanziare progetti degli enti locali per l’allestimento dei beni per l’accoglienza e l’integrazione dei profughi provenienti dall’Ucraina. 
Le due Autorità di gestione, qualora ne ricorrano i presupposti, potranno garantire lo sviluppo dei citati interventi in un’ottica di complementarietà.

Per l’ammissione al finanziamento dovrà sussistere il vincolo di destinazione d’uso dei beni all’accoglienza per almeno cinque anni e l’obbligo da parte del soggetto beneficiario di garantire per lo stesso periodo la piena operatività degli stessi.

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