Bari, la Procura di Bari sequestra 10 milioni di euro tra immobili e disponibilità economica all’avv. Chiariello, imputato per corruzione con l’ex giudice De Benedictis

La Procura di Bari indaga a 360 gradi, ed è determinata a scoprire tutto ciò che ha infangato la magistratura con il comportamento dell’ex magistrato DeBenedicts e con tutti i suoi complici.

La Procura ha contestato all’avv.Chiariello reati fiscali.

l giorno 22 febbraio non è stata una giornata serena per l’ex G.I.P.e l’avv.barese.Nella giornata si è svolta il processo in cui la requisitoria con rito abbreviato a carico dei due e di altre sette persone la Procura della Repubblica di Lecce ha chiesto per

De Benedictis è stata proposta una pena a 8 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione e per l’avvocato barese una pena a 8 anni, 5 mesi e 23 giorni.

Come detto, la Procura sta andando avanti con la mano pesante, infatti ha dato mandato al Nucleo Economico Di Bari della Guardia di Finanza che dopo vari accertamenti hanno eseguito una serie di sequestri di beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore totale di oltre 10,8 milioni di euro a carico dell’avvocato Giancarlo Chiariello ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per corruzione.

Ricordiamo che è inquisito in atti giudiziari in concorso con l’ex giudice Giuseppe De Benedictis.

I reati contestati questa volta sono di natura fiscale. Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal giudice delle indagini preliminari del tribunale su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese diretta dal procuratore Roberto Rossi. Lo scorso 22 febbraio al termine della requisitoria del processo con rito abbreviato a carico dei due e di altre sette persone la Procura della Repubblica di Lecce ha chiesto per De Benedictis una pena a 8 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione e per l’avvocato barese una pena a 8 anni, 5 mesi e 23 giorni.

Il 29 marzo potrebbe giungere la sentenza. Tra i beni sotto sequestro ci sono immobili prestigiosi nel capoluogo e disponibilità finanziarie cospicue. Nel provvedimento è stata riconosciuta l’esistenza di un concreto quadro indiziario (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), in relazione all’ipotesi di reato di dichiarazione infedele dell’Iva e delle imposte sui redditi dovute all’Erario.

L’operazione costituisce di sequestro e la conclusione delle investigazioni rito svolte sull’indagato . ha riconosciuto come proprie tali Le somme di denaro, sequestrate sono state indicate come i risparmi di tanti anni di lavoro dei svariati clienti che ha assistito per l’attività professionale prestata.

Il Nucleo Economico della Guardia di Finanza ha svolto verifiche patrimoniali, che hanno documentato redditi dichiarati tra il 2016 e il 2019 tra i 26mila e i 60mila euro annui, a fronte di una “effettiva capacità di spesa del nucleo familiare dell’indagato, risultata particolarmente elevata, come dimostrato dai diversi acquisti effettuati negli anni .

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