No alla chiusura delle Scuole materne Comunali

la Delibera della Commissione venga ritirata

In riferimento alla delibera con cui la Commissione straordinaria ha sancito la chiusura delle scuole materne comunali, Sinistra Italiana manifesta forte contrarietà.

La delibera è errata nei tempi, perché non si possono spostare bambini di 3, 4 e 5 anni da un ambiente all’altro e da una maestra all’altra come fossero dei pacchi postali, e nel metodo, che ancora una volta appare sordo alle esigenze dei quartieri e caratterizzato da decisioni prive del minimo coinvolgimento popolare, necessario in una fase in cui la città è priva dei classici organi democratici.

Presupposti ed obiettivi risultano totalmente errati: i primi perché riducono l’analisi costi/benefici a poco più di un esercizio di ragioneria ignorando i bassi valori della spesa comunale pro capite nell’istruzione e nel diritto allo studio (€ 70,00 per abitante, la più bassa in Puglia); i secondi perché taglia i costi in un settore in cui Governo e Regione, Sindacati e Confindustria, fino al PNRR continuano a ripetere che è decisivo investire per il futuro del Paese, specie in un contesto mafioso in cui imperversa la criminalità organizzata alimentata dalla fortissima dispersione scolastica.

Questa scelta rappresenta, infine, un attacco frontale ai lavoratori ed alle lavoratrici, determinando la perdita di competenze e professionalità di persone ridotte a fare fotocopie negli uffici comunali, ed alle famiglie, costrette a rivolgersi a scuole private, le cui rette mensili sono decisamente più salate.  

Per tutte queste ragioni Sinistra Italiana è fermamente contraria alla chiusura delle scuole materne comunali.

Saremo al fianco delle famiglie, dei lavoratrici e delle organizzazioni che si battono perché tale delibera sia immediatamente ritirata.
Chiediamo che venga subito definito un Piano comunale di potenziamento dell’offerta educativa, dalla prima infanzia alla scuola secondaria, rivolto ad ampliare, approfondire, diversificare e innalzare la qualità e la quantità dei servizi offerti, che abbia al centro la lotta alla dispersione scolastica e la gratuità dell’accesso ai servizi.

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