Gli imprenditori dichiarano ”Nessuna tangente era solo un regalo di Natale” all’ex capo della protezione civile

Gli indagati hanno risposto alle domande che i sostituti gli hanno posto in merito alla presunta corruzione del dirigente Lerarioresponsabile della Protezione Civile della Regione Puglia. Ricordiamo che dal 23 dicembre nell’ambito dell’indagine su presunte tangenti all’ex capo della protezione civile, che è in carcere. Il primo ad essere interrogatorio in collegamento da remoto è stato Luca Leccese,che era presso il Comando Gruppo della Guardia di Finanza di Foggia, che ha ammesso nuovamente di aver consegnato a Lerario un regalo da 10 mila euro. Ha sottolineato di aver voluto dare a Lerario un regalo natalizio come ringraziamento per un appalto da 2 milioni e 500 mila euro relativo a dei lavori al Centro di accoglienza di Borgo Mezzanone. Da remoto si è svolto anche l’interrogatorio dell’altro imprenditore arrestato, Donato Mottola che si è collegato dalla caserma della Guardia di Finanza di Putignano. Anche lui ha confermato che era un regalo di Natale, l’imprenditore ha confermato di aver consegnato una somma di 20 mila euro a Lerario “per un debito di riconoscenza” nei confronti della famiglia del dirigente, anche per ragioni personali,per essersi interessato del fratello  don Tommaso, cappellano dell’ospedale Miulli ad Acquaviva, affinché la moglie potesse effettuare celermente alcuni esami diagnostici. Ha poi ha precisato,di non aver concordato con Lerario preventivamente la somma consegnata.

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