Armati di mitra tipo kalashnikov  commando composto da circa 15 persone, assaltava un furgone portavalori altezza casello di Modena sud

La Polizia di Stato al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura

della Repubblica di Modena, ha dato esecuzione questa mattina ad un’ordinanza di custodia

cautelare emessa dal G.I.P. presso quel Tribunale, nei confronti di quattro persone gravemente

indiziate di aver partecipato, a vario titolo, all’assalto ad un furgone porta valori avvenuto lungo la

A1 nel tratto autostradale di Modena Sud, la sera del 14 giugno scorso.

I   provvedimenti   restrittivi   sono   stati   eseguiti   nelle   province   di   Foggia   e   Verona.

Contestualmente è stata data esecuzione a 22 decreti di perquisizione e sequestro emessi dalla

Procura della Repubblica di Modena nei confronti di altrettanti indagati dimoranti nelle province di

Roma, Foggia, Mantova e Barletta-Andria-Trani, indiziati di essere coinvolti, a vario titolo, nella

commissione della tentata rapina e dei numerosi reati connessi. 

Le indagini condotte congiuntamente dalla Squadra Mobile di Modena con il Servizio

Centrale Operativo, il Compartimento della Polizia Stradale dell’Emilia Romagna e la Squadra

Mobile di Foggia hanno preso avvio dopo i fatti avvenuti la sera del 14 giugno scorso quando, alle

ore 20 circa, un commando composto da circa 15 persone, assaltava un furgone portavalori

all’altezza del casello di Modena Sud, tentando di rapinare il denaro ivi custodito pari a circa 2,5

milioni di euro in contanti. 

Il mezzo veniva prima affiancato da un’autovettura con a bordo alcune persone travisate ed

armate di mitra tipo kalashnikov che iniziavano ad esplodere diversi colpi d’arma da fuoco

all’altezza della fiancata anteriore sinistra, cagionando l’urto del mezzo contro il guardrail e

successivamente contro il new jersey di mezzeria, arrestandone la marcia. 

Contestualmente, nella stessa direzione di marcia, sopraggiungevano altre 4 autovetture

(tutte risultate provento di furto), poi date alle fiamme dagli indagati. 

I rapinatori, oltre ad esplodere diversi colpi d’arma da fuoco con un kalashnikov crivellando

il parabrezza ad altezza delle guardie giurate che occupavano il sedile anteriore del furgone, così

ponendo in essere atti idonei diretti in modo non equivoco ad ucciderle, lanciavano contro il

furgone portavalori due ordigni esplodenti, mentre altri complici tentavano di aprire il lato

posteriore del mezzo utilizzando un flessibile. 

Contemporaneamente sulla careggiata opposta, a circa 5 km di distanza, altri complici,

armati anch’essi di fucili mitragliatori, esplodevano alcuni colpi d’arma da fuoco in aria, bloccando

le 4 corsie di marcia, dando alle fiamme altre tre autovetture risultate anch’esse provento di furto. 

In tale fase dell’azione delittuosa, veniva cagionato l’incendio di due mezzi di privati

cittadini, minacciati con armi da sparo e costretti a scendere dai propri veicoli in mezzo

all’autostrada. Contestualmente i malviventi bloccavano minacciandoli con armi da sparo alcuni

conducenti di autoarticolati, costringendoli a porre i mezzi di traverso rispetto alla carreggiata.

Per ritardare l’arrivo delle forze dell’ordine ed impedire l’arrivo di altri automobilisti, i

rapinatori collocavano sul manto stradale diverse bande chiodate, causando il blocco di entrambe le

careggiate di marcia dell’autostrada del sole per circa 5 km, con interruzione della viabilità dalle ore

20.00 alle ore 04.00 e causando code in entrambe le direzioni di marcia per circa 10 km. 

L’attività d’indagine, per la quale è stata impiegata complessa strumentazione tecnica, ha

consentito di individuare nelle settimane successive all’evento delittuoso, il capannone locato con

grande anticipo ed utilizzato dal gruppo criminale per il deposito dei numerosi mezzi rubati

impiegati nell’assalto e di recuperare uno dei veicoli impiegati per la fuga, al cui interno veniva

​sequestrato un mitra del tipo ak47, risultato poi (all’esito di indagini balistiche), quello impiegato

dai rapinatori per esplodere i numerosi colpi d’arma da fuoco contro il furgone portavalori.

Le attività di repertazione ed analisi condotte dalla Polizia Scientifica di Bologna e Modena

consentivano altresì di rilevare le impronte digitali appartenenti ad uno degli indagati, colpito da

misura cautelare, sia all’interno del capannone utilizzato per custodire i mezzi prima della rapina,

sia su un biglietto autostradale recuperato al casello di Cerignola Ovest, ove l’indagato, dopo la

fuga successiva alla tentata rapina, usciva, di rientro da Modena, a bordo di un’autovettura con targa

clonata. 

Anche l’identificazione di un secondo indagato, ossia colui che a bordo di una ulteriore

autovettura con targa clonata aveva pedinato, poco prima dell’assalto, il furgone porta valori già

all’altezza di Modena Nord, avvisando il commando dell’ingresso in autostrada del bersaglio

dell’azione   criminosa,   era   resa   possibile   dagli   accertamenti   dattiloscopici   su   un   biglietto

autostradale, opportunamente repertato e sequestrato.

Il terzo indagato destinatario di misure in carcere, il quale 14 giugno 2021 era detenuto agli

arresti domiciliari per altro episodio di tentata rapina aggravata commesso in provincia di Vicenza,

veniva individuato come colui che aveva provveduto, in prima persona, nel mese di febbraio 2021,

a locare il suddetto capannone ubicato in comune di Castelnuovo Rangone (MO) utilizzato quale

base logistica del gruppo criminale, in particolare per il ricovero dei mezzi rubati impiegati nel

corso dell’assalto.

Il   quarto  indagato  destinatario  della  misura   restrittivi,   individuato  sulla   scorta  delle

conversazioni intercettate intercorse con i complici e, sulla scorta delle fonti di prova acquisite, è

gravemente indiziato di essere uno degli l’ideatori ed organizzatore della rapina nonché co-

esecutore materiale dell’assalto. 

Tre dei quattro indagati sottoposti a misura cautelare sono di origine cerignolana e risultano

già condannati in via definitiva per delitti di rapina aggravata. Il quarto indagato destinatario della

misura in carcere, dimorante nella provincia di Verona, già sottoposto agli arresti domiciliari per

una tentata rapina commessa in Lonigo (VI) il 27.1.2021, è di origine foggiana ed è stato già

condannato con sentenza irrevocabile per i delitti di associazione a delinquere ricettazione, ,

bancarotta fraudolenta, acquisto di monete falsificate.

Va   infine   aggiunto   che   gli   autori   dei   reati,   nel   darsi  alla   fuga,   avevano   utilizzato

un’ambulanza con targa clonata, in uso ad uno dei coindagati. L’ambulanza è stata rinvenuta e

sequestrata a Orta-Nova (FG) presso una casa funeraria.  

L’odierna operazione ha visto l’impiego di circa  200  operatori della Polizia di Stato

(principalmente nella città di Cerignola): le attività esecutive delle misure cautelari e dei 

decreti di perquisizione e sequestro si sono svolte nelle province di Roma, Foggia, Verona, Mantova e Bari

con il supporto delle rispettive Squadre Mobili, della Polizia Stradale, del Reparto Prevenzione

Crimine, delle Unità Cinofile per la ricerca di armi e droga e di personale della Polizia Scientifica.

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