LE VERITÀ DI IACCARRINO E DEL COMUNE DI FOGGIA.

Finalmente il tanto agognato incidente probatorio di Leonardo Iaccarino, difeso dall’avv Potito Marucci e l’avv Tonio Ciarrambino, iniziato nel lontano 8 luglio, il 18 ottobre con il controesame dei legali di controparte si é concluso. Ë stato un controesame per alcuni versi un po’ particolare un po’ insidioso.

A volte sono stati usati toni un po’ accesi nell’immediato spenti dal dott. Sicuranza che con la sua capacità di mediazione ha saputo dirimere nel modo giusto le parti. Ci sono stati momenti di grande imbarazzo, si ê visto anche la risata di qualche avvocato, ma nelle tre ore ove si ê svolto il controesame di certo si ê notata la serenità dell’indagato che rispondeva alle tante domande poste dagli avvocati di controparte. Il 18 ottobre si ê assistito al c.d. cross examination, introdotto nella nostra procedura penale 25 anni fa e lo si può di certo ritenere il più grande motore giuridico che si sia potuto inventare per la ricerca della verità. Motivo per il quale negli ambienti giuridici si dice “il miglior controesame ê quello che non si fa,” Senza nulla togliere che chiunque può farlo sapendo però con quale tattica farlo. In molti avvocati presenti hanno preferito evitarlo o fare poche domande , solo alcuni avvocati hanno preferito controesaminare l’indagato, gli avvocati di Iacovangelo, Rignanese, la Torre con irrisorie domande, controesame durato pochi minuti. Invece l’avv.Treggiari difensore della Di Donna, e i due avvocati di Landella avv.Curtotti e l’avv.Sisto hanno effettuato un vero e proprio controesane. Domanda molto importante è determinante come fosse stato nominato presidente del consiglio.Iaccarino risponde “i quei tempi io facevo parte di Forza Italia,con i coordinatori del partito Sen.Damiani e l’on.Dattis ci incontrammo a Bari a pranzo dove si discusse su incarichi politici e in quella occasione i due mi dettero la benedizione per la nomina a presidente del consiglio comunale di Foggia.L’avv.Treggiari come prima domanda che ha fatto va direttamente sulla questione tangente ,e su come ê andata la giornata in cui avrebbe avuto l’indagato la presunta mazzetta di €2000. Iaccarino in maniera pacata e tranquilla ha confermato di averla avuta subito dopo il consiglio comunale, ricevuta dalle mani della Di Donna in una busta gialla formato 4. Alla sua presenza la apri, all’interno c’erano dei fogli con delibere e come vide i soldi, ma non ha dettagliato se fossero pezzi da €50 o €100 o altro la richiuse. Si recò nell’immediato nella sua stanza dove apri la busta, prese i soldi li contó è lì mise in tasca. Nell’immediato chiamò la sua amica per dirle di raggiungerlo perché così potevano andare finalmente a saldare un debito di €1000 dal gioielliere. Subito dopo Treggiari gli ha chiesto se avesse avuto altri soldi, forse dal padre, in quella stessa giornata ma Iaccarino ha detto assolutamente no venivo da un consiglio comunale. Il controesame é terminato con la domanda di perché pur sapendo ciò che avveniva all’interno del Comune non era andato a denunciare il tutto. Iaccarino risponde che essendo rientrato in casa con i suoi figli e l’ex moglie, la stessa gli aveva detto che se mai avesse avuto l’intenzione di fare qualsiasi denuncia lo avrebbe messo nuovamente fuori casa. Alla domanda del perché la moglie non voleva , l’indagato risponde che visto le famiglie Di Domna Landella, particolari la ex moglie non voleva. La definizione particolare ha fatto sobbalzare la difesa che con toni accesi ha ribadito “che significa particolare “.Iaccarino risponde – particolare visto come veniva conosciuto Di Donna e come era Landella che si comportotava in maniera determinata senza scrupoli”.

La parola passa all’avv Sisto uno dei due difensori di Landella. Il difensore non fa alcuna domanda su La Torre, se non su il perché votó a favore dell’appalto di LaTorre. Iaccarino risponde -“dicendo che la prima cosa che fece fu quella di andare a chiedere, insieme ad un altro consigliere delucidazioni ad Affattato il quale dette motivazioni ,che per lui furono valide per poter votare per l’altro consigliere no”. Inoltre avendo anche saputo che avrebbe avuto una tangente, vista la sua situazione economica, ancor di più aveva deciso di votare.Questo fa capire che il consiglio comunale era una forma di entrata economica che poteva portare alla soluzione dei suoi problemi economici, visto che non pagava il mantenimento alla moglie..Oramai il tutto girava intorno a questo senza un principio politico o di fabbisogno della città.All’interno della maggioranza sapevamo che il cartaio era a Landella il quale con la moglie Di Donna effettuava la divisione.Poi si passato all’argomento più pesante dove gira il grosso il lavoro che se andato in porto avrebbe sviluppato un’importo di 53milioni di euro per efficientamento energetico del comune e della città di Foggia.Appalto che sarebbe durato molti anni e che ha coinvolto in passato l’ing.Bruno energy manager del comune )deceduto per una brutta malattia nel 2018)il quale prese una tangente di 5000 mila euro al santuario di Pompei a Lacedonia non consegnando a Landella giustificando la trattenuta a lui per il rischio.Ricordiamo a chi ci legge che detto appalto era iniziato con il faccendiere Michele De Carlo personaggio che era diventato il tramite il quale presento un progetto financing con la società Sitie srl impianti industriali.Quindi in questa situazione c’erano due tentate concussioni entrambi per lo stesso appalto e l’altro per la Glone srl di Luca Azzariti, amico intimo di Iaccarino.Le verità di Iaccarino hanno aperto nuove strade coinvolgendo funzionari e dirigenti del comune preposti per la formulazione di determine e documenti per la prosecuzione di detto appalto.

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