Censure europee preventive sulla riforma della giustizia al Governo italiano più europeista della storia repubblicana.


Il 15 luglio scorso è stato un giorno nero per il Ministero della giustizia diretto dalla prof.ssa Cartabia.
L’Europa lancia segnali negativi preventivi sulle riforme della giustizia che l’ex Presidente della Corte costituzionale si appresta a far approvare dal Parlamento con il voto di fiducia, ma con la protesta veemente della magistratura professionale e del CSM da un lato, della magistratura onoraria dall’altro.
Mentre si contesta la prescrizione estintiva dei reati quando i processi durano più di due anni in appello o più di un anno in Cassazione, l’Italia viene censurata dalla Commissione europea sulla lotta al terrorismo e alla criminalità, con ricorso alla Corte di giustizia perché il nostro paese non ne vuole sapere dal 2017 di condividere le informazioni con gli altri Stati sull’immatricolazione dei veicoli.
Inoltre, per mantenerci sulla prassi di rigorosa segretezza delle informazioni da dare, con contagocce, ai cittadini e si parlamentari, la Commissione europea dopo oltre 5 anni si è decisa ad aprire la procedura di infrazione contro l’Italia sulle condizioni di lavoro riservate alla Magistratura onoraria, che secondo l’UE va equiparata a quella professionale. Nel giugno 2016 la Commissione europea aveva scritto le stesse cose al Ministero di via Arenula e aveva annunciato che avrebbe immediatamente attivato la procedura di infrazione, ma i tecnici del Ministro Orlando avevano prontamente nascosto la censura e predisposto una riforma della categoria per farli diventare servi della gleba dei magistrati professionali per 16 anni, salvo revoca, con indennita’ mensili da reddito di cittadinanza.
La Corte di giustizia era intervenuta il 16 luglio 2020 con la sentenza UX a massacrare la riforma Orlando, e imposto il riconoscimento di lavoratori subordinati per tutti i magistrati onorari da equiparare ai togati ma Bonafede non aveva voluto saperne di applicare la decisione della Corte europea. Arriva la Cartabia e promette di risolvere il problema prima dell’entrata in vigore dal 16 agosto 2021 del nuovo ordinamento feudale della giustizia nazionale, con principi, vassalli e servi della gleba.
Ma i ritardi della Ministra hanno infastidito la Commissione Ue, che pure aveva promesso di aspettare, e il 15 luglio parte finalmente la censura ufficiale con la messa in mora di due mesi dai contenuti, a quanto pare, durissimi, per chi ha avuto modo di leggerla. E anche qui la segretezza è d’obbligo: come Orlando e Bonafede, anche la Cartabia si rifiuta di far leggere al Parlamento le critiche della commissione Ue.
I parlamentari si arrabbiano, anche per le proteste della magistratura onoraria, e la Commissione giustizia al Senato, guidata dal leghista Ostellari, viene convocata per il 28 luglio per discutere sulla riforma della magistratura onoraria, nonostante la Ministra avesse imposto la sospensione dei lavori parlamentari, perché ci pensava lei.
Insomma il governo italiano più europeista della storia repubblicana rischia di fare flop, ancora una volta, proprio sulle riforme della giustizia, che proclama di voler fare per avere i soldi del Recovery fund, ma contro le indicazioni, evidentemente, di quell’Europa che controlla il rispetto delle regole per avere diritto si finanziamenti


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