“Minirimpasto” al Comune di Foggia, Forza Italia chiude il cerchio aspettando il gioco di incastri in casa leghista

Anche Forza Italia avrebbe sciolto la riserva e fatto il suo nome. A raccogliere l’eredità di Cinzia Carella alla guida dell’assessorato alla Sicurezza e alla Legalità dovrebbe essere Alessandra Loretti, 45 anni, commercialista, già componente del Collegio Sindacale di Amgas SpA nel triennio 2017/2020 e che il segretario provinciale azzurro, Raffaele Di Mauro, avrebbe consegnato al sindaco. Il consulente del lavoro Rosario Narciso, indicato dal consigliere di Fratelli d’Italia Bruno Longo, riceverà invece la delega al Bilancio che fu di Antonio Bove (casella rimasta vuota dopo le dimissioni protocollate subito dopo il passaggio del sindaco Franco Landella alla Lega). Con l’indicazione azzurra il “minirimpasto” a Palazzo di Città si avvia verso la definizione e, di conseguenza, l’ufficialità.  I tempi dovrebbero essere dunque maturi, anche se le vicende interne alla Lega continuano a ritardarne la formalizzazione. Come già anticipato, resta aperto il nodo relativo al difficile gioco di incastri nel partito di Matteo Salvini. I due assessori di tessera leghista (quello all’Urbanistica Paolo La Torre e quello alle Politiche Sociali, Raffaella Vacca) pur essendo di diretta indicazione del segretario provinciale Daniele Cusmai e del vicesegretario regionale Raimondo Ursitti sono privi di una “copertura” in Consiglio comunale, dove i quattro consiglieri del Carroccio fanno riferimento alla componente dell’ex segretario cittadino Luigi Miranda (Salvatore De Martino e Concetta Soragnese) e al primo cittadino (Consalvo Di Pasqua e Dario Iacovangelo).  In queste ore è in corso un complesso lavoro per trovare una formula che permetta a tutte le anime della Lega di avere il giusto peso politico nell’ambito dell’Amministrazione comunale. Una necessità tanto più urgente all’esito delle elezioni regionali, che hanno sancito nel capoluogo dauno un sostanziale pareggio in termini di consensi tra il candidato sostenuto dal sindaco, dai suoi consiglieri di strettissima osservanza, dai suoi delegati nelle aziende speciali e dal partito, Joseph Splendido, e l’ex presidente del Consiglio comunale Miranda, il cui gruppo politico è però di fatto fuori dagli organismi di governo. Una quadratura del cerchio che si sta rivelando più complicata del previsto, da un lato per l’arroccamento della segreteria provinciale del Carroccio a difesa dei suoi due rappresentanti nell’esecutivo e dall’altro per l’indisponibilità del sindaco a sacrificare uno dei quattro assessori di suo riferimento, due espressione delle liste civiche che ne hanno accompagnato l’elezione (Sergio Cangelli per “Foggia Vince” ed Anna Paola Giuliani per “DestinAzione comune”) e due riferibili oggi direttamente alla sua persona dopo l’abbandono di Forza Italia (Sonia Ruscillo e Claudia Lioia), sebbene tutti abbiano sostenuto la Lega alle ultime elezioni regionali. L’attenzione generale, ovviamente, è rivolta alle possibili instabilità che una rottura all’interno del partito dell’ex Ministro dell’Interno potrebbe provocare sull’Assemblea consiliare, animata già da cinque consiglieri indipendenti (Massimiliano Di Fonso, Alfonso Fiore, Amato Negro e Danilo Maffei con il loro gruppo “Impegno per Foggia” e Pasquale Rignanese, che ha recentemente abbandonato la compagine leghista) e che potrebbe quindi trasformarsi in una polveriera per la tenuta stessa della maggioranza. La distanza tra partiti e geografia della rappresentanza consiliare, insomma, sta producendo il frutto avvelenato di spostamenti tattici ed elettorali che scaricano su Palazzo di Città tensioni e malumori.  Difficile in questa situazione provare a difendere la tesi del rispetto delle proporzioni sancite dalle urne con la riconferma di Landella, ormai nei fatti superate e modificate al punto da aver dato vita ad un Consiglio comunale, in termini di rappresentanza partitica ed individuale, che non è più lo specchio della volontà popolare espressa al momento della seconda vittoria del centrodestra.  Un limite del “sistema” che non è solo faccenda per addetti ai lavori o andirivieni di volti nelle “stanze dei bottoni”, ma che spesso si configura come una frattura nell’ingranaggio amministrativo, nell’efficacia dell’azione di governo, nella rapidità e nella qualita con cui la “macchina” fornisce le risposte di cui una comunità ha bisogno.  Le prossime ore dovrebbero comunque essere davvero decisive per avere l’ufficialità della Giunta “ritoccata” e, probabilmente, per conoscere quale ennesima mareggiata investirà lo scacchiere dell’Aula consiliare. Entrambi fattori tutt’altro che irrilevanti per il prosieguo della consiliatura e dell’ultimo mandato di Landella alla guida della città, che in questo quadro non è detto riesca a  proteggere a lungo il suo esecutivo dalla necessità di un nuovo valzer di assessori.

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