Guardia di Finanza scopre “furbetti” del reddito di cittadinanza: truffa all’Inps per 170mila euro

Proseguono i controlli della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Foggia. Numerosi e persistenti le attività di ispezione che vengono effettuate ogni giorno in ambito di controllo della spesa pubblica nazionale, che è riuscita a rilevare e denunciare alla Procura della Repubblica di Foggia 15 persone che percepivano il reddito di cittadinanza anche se i requisiti in possesso per poterne beneficiare non erano idonei a quelli richiesti, perché in realtà possessori di immobili e percettori di redditi non dichiarati. Il sussidio di cui sopra, viene infatti erogato alle famiglie bisognose, il cui nucleo familiare, a fronte di una situazione patrimoniale e reddituale che rientra nella fascia richiesta, ne potrà quindi usufruire. Non bisogna possedere altri immobili diversi dalla prima casa, di valore superiore a 30 mila euro e non si devono possedere liquidità superiori a determinate soglie. Inoltre, cosa fondamentale, per continuare a percepire l’erogazione, bisogna aggiornare lo Stato di ogni variazione del proprio patrimonio e della propria situazione reddituale in corso.Di conseguenza sulla base di queste limitazioni i finanzieri del Comando provinciale di Foggia, con marcate ispezioni hanno potuto rilevare l’esistenza di erogazioni non dovute nei confronti di determinati soggetti che ingiustamente percepivano il reddito, di cui 4 perché avevano riscosso delle vincite da giochi on-line per un valore di circa 430 mila euro con omessa comunicazione di variazione del patrimonio, 6 che al momento della richiesta non avevano denunciato proprietà immobiliari e mobiliari e 7 che invece, non dichiaravano quanto effettivamente percepivano come reddito autonomo o dipendente.
Infine le Fiamme gialle, hanno prontamente denunciato una particolare situazione familiare, che presentava un nucleo composto da ben 7 persone di cui 4 aventi cognomi diversi, con un’unica residenza, che percepiva un primo Reddito di Cittadinanza al quale si è poi aggiunto un secondo intestato ad un altro membro della stessa famiglia, richiesto dichiarando il falso sulla composizione del nucleo e sul patrimonio.
Il totale delle somme ingiustamente erogate dall’Inps è superiore ai 170 mila euro. Le segnalazioni degli illeciti sono state comunicate all’ente previdenziale. Le pene previste per tali reati prevedono la reclusione da 2 a 6 anni per coloro che presentano dichiarazioni false o le omettono e per coloro che non trasmettono eventuali variazioni del patrimonio spettano da 1 a 3 anni. Quanto descritto manifesta l’approccio multidisciplinare dell’attività della Guardia di Finanza e la meticolosa attenzione nel contrastare tali fenomeni, che a loro volta causano un danno oltre che nei confronti dell’istituzione anche nei confronti di coloro che necessitano realmente di tale sostegno economico.

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